Le poesie di Franco

 

 

 

"E' nato un poeta"

 

In un mattino piovoso d'inverno mi venne la voglia di poetare,

presi subito penna e quaderno e versi cominciai a rimare.

Le parole sgorgavano facilmente, pareva fossero un mare,

come era impetuosa la mia mente,

un fiume che non si poteva fermare.

Così, subito, all'istante, scrissi quattro strofette

e, rileggendole festante, sembrava a me che fossero perfette.

Preso dalla smania, dalla frenesia di quel subitaneo successo,

volli comporre una poesia, che rendesse grande me stesso.

S'accavallano le rime, le strofe ed ogni altra cosa,

e pensai che era più sublime scrivere in poesia che in prosa.

Ad un certo punto, così, all'improvviso, la penna si bloccò

e io pensai, con un sorriso, che cos'è che non va, questa ora che vo'?

Ma come, adesso che la mia mente vola via come fosse un ugello,

tu te fermi? Per niente? Vuoi farmi fondere il cervello?

Rimasi esterrefatto, dispiaciuto, era tutto così perfetto prima,

perché adesso, in un minuto, non riesco più a formare una rima?

La guardai, e la sua punta piccolina

sembrava trasmettermi un messaggio,

vuoi vedere che mi dà il coraggio

di scrivere una nuova commedia divina?

E allora seguendo il mio estro continuai come folle a gettare,

con quel mio fare un po' maldestro, parole poi da declamare.

Che gioia, che emozione, che calore mi davano di nuovo quelle rime.

Mi sentivo un padreterno! E pensai che dopo le prime

riempivo di poesie quel quaderno.

Mi gettai allora a capofitto dietro la vena mia che mai si cheta,

e mi ritenni soddisfatto quando capii

che era nato nel mondo un'altro poeta.

 

 

 

"Questa sera"

 

Quando questa sera tu verrai da me

e i tuoi occhi e il tuo sorriso illumineranno la notte,

dovrò dire al mio cuore di non battere forte forte.

Quando questa sera tu verrai

e le tue labbra mi sfioreranno in un dolce bacio,

dovrò dire al mio cuore di non battere forte forte.

Ma quando questa sera io ti stringerò forte a me

lascerò il mio cuore battere fortissimo,

perché lui ha già capito che questo è amore

 

 

 

"Primavera"

La coltre bianca dell'inverno scivola via piano piano.

Il lungo letargo sta finendo.

Si risveglia pigramente la natura,

risorge il gelsomino e il tulipano,

sugge l'ape il nettare dal fiore.

Tornano a cantare gli uccelli,

di nuovo volano le farfalle

e fanno da scialle ai rami le gemme.

Il sole torna a scaldare il timido sbocciare dei fiori.

Aprile sembra ridestare un mondo nuovo.

Una nuova vita avanza prepotente,

s'intrecciano, delicati, nuovi amori,

e vorresti galoppare dentro questo splendido dipinto.

Ti porta maggio ciliegi in fiore

e boschi verdeggianti,

le colline si vestono di colori rubati all'arcobaleno,

e senti il profumo di viole spandersi nel cielo.

Ritorna nuova linfa nel tuo cuore

e di pensare non puoi farne a meno

che questa è la stagione dell'amore.

Le margherite trapuntano i prati

come col cielo fanno le stelle

e lei, la Primavera, rende ancor più bello

questo incanto che vorresti senza fine.

 

"L'eco e il falò"

 

Ciao amore.

E' una settimana che sei partita.

E' sera e sono seduto in quello spicchio di spiaggia

sul quale, passeggiando abbracciati,

le nostre orme quasi si univano.

Ho imparato ad ascoltare il silenzio

e nel silenzio odo l'eco dei miei pensieri.

Mi sdraio sulla spiaggia, chiudo gli occhi e ti vedo.

Nel caldo sole dell'estate corri verso il mare.

I capelli sciolti, mossi da una leggera brezza,

mandano riflessi dorati.

Un tuffo nell'acqua e poi torni verso di me

e spargendo gocce salate, ti siedi accanto.

Ti asciugo la schiena e la carezza, complice,

delle mie mani, ti ruba un fremito.

Uno sguardo, un sorriso, un bacio.

Poi, all'improvviso, un brivido freddo

scuote l'eco dei miei pensieri.

Mi sento confuso, ho sognato, mi risiedo.

Poco più in là, disposto in cerchio

attorno a un falò improvvisato

un gruppo di ragazzi libera la sua gioia di vivere

ridendo e cantando.

Mi alzo e passando loro accanto

provo quasi un piccolo senso di invidia.

E' solo un attimo, perché la mente mi regala

dolci recenti ricordi.

Torno verso casa, e voltandomi di nuovo

verso quel gruppo, mi lascio sfuggire un sorriso.

Sono felice.

Ciao amore.

"Paradiso"

Ogni giorno una foglia cade

dall'albero dei sogni.

Le stagioni segnano

il passare della vita,

e l'argento nei capelli

copre le nostre illusioni.

Ma il mio amore,

come acqua che scava la roccia,

incide, nel tuo cuore,

sentieri che donano il Paradiso.

 

 

"Ti voglio bene"

 

La sento piangere.

Sono dietro la porta della sua stanza.

Le chiedo dolcemente il permesso di entrare.

Apro la porta e la vedo seduta

vicino alla piccola scrivania.

I tremiti dei singhiozzi la scuotono.

Mi avvicino, le passo, sfiorandoli appena,

la mano sui lunghi capelli.

Scorgo sulla scrivania il suo diario aperto

le due pagine bianche intrise di lacrime.

So cosa la fa piangere,

è finito l'amore, lui l'ha lasciata.

Cosa c'è passerotto? Ne vuoi parlare?

Papà ti ascolta.

Si alza e mi getta le braccia al collo.

Le sue lacrime bagnano la mia camicia,

la stringo forte a me.

Mischiando pianto e parole mi dice:

"io l'amo papà, perché questo a me?

che ho fatto di male?"

Cerco di calmarla,

le dono un piccolo bacio sulla fronte.

"Vedi piccola mia, ora per te

il mondo è nero, cattivo,  ma vedrai, passerà.

Guarda ora quelle pagine bianche del tuo diario,

guardale bene, perché un giorno non lontano

saranno piene di nuove splendide parole d'amore"

Pongo l'indice piegato sotto il suo mento,

le alzo dolcemente il viso,

e guardandola negli occhi ancora lucidi le sussurro:

"si soffre, lo so. Sai anch'io alla tua giovane età

ho pianto per amore. Succede a tutti,

solo che io non avevo un diario amico

sul quale spargere le mie lacrime.

Dai, amore di papà, porgi un tuo bacino

sulla mia guancia e sorridimi, sei bellissima"

Le asciugo l'ultima lacrima, ancora un bacio

lanciato con un soffio dl palmo della mano,

ed esco dalla stanza.

Scuoto la testa, un'impercettibile sorriso

si unisce al mio lungo sospiro.

A volte piangere per amore è stupendo.

 

 

"Evviva l'educazione"

 

Mi padre me dette no schiaffone

forte forte fra capo e collo,

me disse fijo mio nu scordallo

perché questo è per l'educazione.

De anni ne so passati molti assai

e io ogni tanto c'ià ripenso

me dico che menà nun c'ià più senso

se l'educazione è morta ormai.

Infatti li fiji d'oggi hanno capito

come va adesso il mondo,

te pjano in giro a tutto tonno

e nun li poi toccà manco con un dito.

Ora noi poveri genitori

se stamo preoccupati a domannà

perché da un po' de tempo in qua

li fij so solo dolori?

La risposta non è mai quella giusta

e de dubbi ce ne avemo tanti,

infatti nun semo mai contenti

ed è questo che c'iangustia

me pja la voglia quarche mattina

de sbircià sur collo de la gente,

ma me sembra de nun vedè gnente

di quella mia storica "cinquina".

Mo me sta a venì er sospetto

che so' stato l'unico "fregnone"

che a me quello schiaffone

mi padre me l'ha dato pe dispetto.

 

 

"Sogni"

 

Quando l'ultimo sole accompagna la sera

verso il giorno che muore,

la notte abbraccia dolcemente

i nostri pensieri.

La luna e le stelle cullano, gelosamente,

i nostri sogni

e loro gridano al mondo intero

il nostro amore.

E la nuova alba ci trova,

ancora, teneramente insieme.

 

"Un nuovo fiore"

 

E' un mattino diverso dagli altri.

Mi sono svegliato al canto allegro dei passeri.

Ho visto le rondini volare felici

nell'azzurro del cielo

e riempire l'aria, limpida e pungente,

dei loro striduli versi.

Ho goduto dei primi raggi caldi del sole.

I ruscelli e i fiumi, liberati dal gelo dell'inverno,

scorrono rumorosi e felici,

spargendo sui greti spruzzi di gocce,

come perline argentee.

Il bosco ritrova, come per incanto,

il suo aspetto verde smeraldo.

I prati riprendono il loro splendore,

ricoperti da migliaia di fiori

che formano, con i loro colori,

sentieri come scie d'arcobaleno.

E in questo mondo, miracolo della natura,

è nato un nuovo, splendido, fragile fiore,

un fiore chiamato "viola"

 

"Solitudine"

Sei entrata nella mia vita,

sconvolgendola con una tempesta di sentimenti.

Ora ne esci lasciandole un solo soffio freddo

quello della solitudine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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